The Impact Revolution – Trasformazione da strumento di monitoraggio a approccio concreto

Di Aris Tufexis, Università degli Studi di Milano

“Il vecchio mondo sta morendo e il nuovo mondo lotta per nascere: ora è il tempo dei mostri”.
(Antonio Gramsci)

In qualità di ricercatori, l’Università degli Studi di Milano (UNIMIB) lavora nel campo della rivoluzione dell’impatto da un decennio. Le sfide e le trasformazioni dirompenti degli ultimi anni, come la pandemia, la crisi dello stato sociale europeo, l’instabilità finanziaria e geopolitica e il cambiamento climatico, hanno reso chiaro che qualcosa doveva essere cambiato, non solo nel modo in cui vengono allocate le risorse e come vengono progettate le politiche pubbliche e i progetti locali, ma anche nel modo in cui le persone percepiscono il business e i valori.

Abbiamo sempre pensato che il passaggio da una mentalità orientata al profitto a una orientata all’impatto fosse uno dei fattori chiave per promuovere questa transizione. Infatti, attraverso il nostro lavoro, vogliamo aiutare a superare le barriere culturali e tecniche alla misurazione dell’impatto, promuovendo lo sviluppo di una società che riconosce e premia il valore sociale e ambientale insieme al valore economico e finanziario. Nel mondo odierno, la necessità di promuovere un ambiente più sostenibile ed equo dal punto di vista ecologico, sociale ed economico è ampiamente riconosciuta. C’è un crescente interesse per l’impatto e molti stakeholder dei settori pubblico, privato e non profit chiedono supporto per riconoscere, monitorare, gestire, valutare e comunicare l’impatto delle loro attività.

Tuttavia, nonostante l’interesse per il concetto di impatto stia rapidamente emergendo e le metodologie di progettazione dell’impatto stiano diventando una prassi per vari stakeholder, in particolare istituzioni pubbliche e ONG, due importanti questioni devono ancora essere affrontate nell’ambito del settore privato. In primo luogo, in generale, le imprese sono più impegnate nella valutazione e nella riduzione del loro impatto ecologico e prendono meno in considerazione il loro ruolo di “attori sociali” nel territorio in cui operano. In secondo luogo, indipendentemente dall’importanza del ruolo che la responsabilità sociale d’impresa sta acquisendo, c’è ancora una mancanza di visione all’interno delle imprese su come gestire un’opportunità così importante e un non trascurabile disallineamento delle competenze.

Ecco perché UNIMIB vede il progetto Social Impact Manager come un’incredibile opportunità. Percepiamo il programma SIM come una possibilità di liberare l’impatto dal suo status di mero strumento predittivo o di monitoraggio, ma di renderlo un approccio concreto, un insieme di competenze teoriche e pratiche da insegnare ai professionisti che avranno poi la possibilità di integrarlo in ambiziose e sagge strategie di Corporate Social Responsibility. Inoltre, creando un programma transnazionale e coinvolgendo diverse imprese, puntiamo anche a promuovere un dibattito e un dialogo europeo tra le imprese e i loro territori, rafforzando il ruolo della CSR non solo come un metodo di rendicontazione innovativo, ma come un sistema concreto per ridistribuire valore ai territori e per svolgere il suo ruolo nella rivoluzione dell’impatto a cui stiamo assistendo.

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